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Visualizzazione dei post da maggio, 2023

Evol - vol.1 (di Atsushi Kaneko)

 In questi giorni in cui scrivo, mi trovo in trasferta nella mia città, Pavia. Tra le tante cose che cerco di fare nei pochissimi giorni in cui vengo qui, c’è anche quello di andare nella mia storica fumetteria. Vado per svuotare la casella e vado, soprattutto, per scambiare quattro chiacchiere con i miei amici storici di balloons.  Il tempo è sempre tiratissimo ma riesco comunque a passare, entrare, dare uno sguardo veloce agli scaffali colmi di nuove uscite e dire “svuoto la casella!”. Mentre mi preparano il conto da pagare, scannerizzo velocemente tutti i fumetti in esposizione. Quello sarà l’unico momento in cui potrò avere un’idea di cosa c’è di nuovo che possa interessarmi (ecco che qui il ruolo fondamentale è giocato dalle copertine). Tra uno scan e l’altro, l’occhio si ferma su un volume dalla copertina principalmente bianca con 3 ragazzi conciati da pseudo Robin. In più si tratta di un numero 1. Perfetto! Così non mi farò angosciare dal perennemente presente “recupero”. Prendo

Samuel Stern 27 "Il quinto comandamento"

Non me ne sta andando bene una... Prima Dylan Dog (vedasi post precedente) e adesso Samuel Stern, che ho deciso di (provare) a recuperare e che mi ha dato la botta finale. Che faccio? lo recupero e cerco di mettermi alla pari o lascio perdere? Se dovessi basarmi solo su questo numero 27, la risposta sarebbe un secco "Lascia perdere. Scappa finchè puoi!" Non ho bisogno di storielle trite e ritrite, dove il demone che hai dentro è il frutto di una rabbia repressa, infarcita di pseudo consigli morali su cosa sia bene e cosa sia male. Ho bisogno di leggere storie che mi lascino con domande aperte e che mi accompagnino anche dopo che le ho finite, che continuino a mettere in discussione le mie convinzioni e che mi diano punti di vista diversi. Non ho bisogno di un Samuel Stern qualsiasi che mi dica sei buono o sei cattivo, se vuoi essere buono fai cosi'. E mi fà anche un po' sorridere come la storia dell'Irlanda moderna venga utilizzata in modo semplice e facilotto com

Dylan Dog 439 "L'invasione silenziosa"

Mamma mia cosa ho letto? Che delusione. Baraldi per me ha sempre significato qualità ma qui siamo di fronte a una storia che non raggiunge nemmeno lontanamente la sufficienza. La storia, nonostante fosse ben lontana dall’essere originale, era partita bene. Dylan, per un motivo banale, si ritrova a vedere/non vedere i veri volti delle persone (ogni riferimento a “Essi vivono” di Cronenberg non è casuale) e per questo motivo decide di indagare sul motivo di tali visioni. E' qui che inizia il viaggio senza capo né coda che ci accompagnerà fino al finale (e che banalità di finale!). La Baraldi ha messo tutte le ovvietà possibili: complottismo da antenne 4G (anche se qui si parla di 6G), motti populisti del tipo “Loro ci vogliono fottere ma noi lotteremo per la verità!”, “Non ci piegheremo al potere!”, “noi siamo il bene e voi che vi piegate al sistema siete il male!” e via così, senza ritegno. Davvero, che delusione! Un fiume in piena di bieco populismo. Una storia banale e pericolosam