In questi giorni in cui scrivo, mi trovo in trasferta nella mia città, Pavia. Tra le tante cose che cerco di fare nei pochissimi giorni in cui vengo qui, c’è anche quello di andare nella mia storica fumetteria. Vado per svuotare la casella e vado, soprattutto, per scambiare quattro chiacchiere con i miei amici storici di balloons.
Il tempo è sempre tiratissimo ma riesco comunque a passare, entrare, dare uno sguardo veloce agli scaffali colmi di nuove uscite e dire “svuoto la casella!”. Mentre mi preparano il conto da pagare, scannerizzo velocemente tutti i fumetti in esposizione. Quello sarà l’unico momento in cui potrò avere un’idea di cosa c’è di nuovo che possa interessarmi (ecco che qui il ruolo fondamentale è giocato dalle copertine). Tra uno scan e l’altro, l’occhio si ferma su un volume dalla copertina principalmente bianca con 3 ragazzi conciati da pseudo Robin. In più si tratta di un numero 1. Perfetto! Così non mi farò angosciare dal perennemente presente “recupero”. Prendo l’albo in mano e vedo che l’autore è Kaneko. Urca! Mi dico. Quello di Soil! Sfogliata velocissima dell’albo, giusto per schiaffarmi in faccia i tipici disegni quadrati del mangaka e via, Evol 1 entra di diritto nelle uscite regolari da aggiungere alla mia casella.
Ecco quindi come il nuovo manga è finito tra le mie mani, manga che ho subito divorato la sera tardi quando a farmi compagnia c’era solo la goccia maledetta del lavandino in cucina che cadeva con cadenza metronomica. Inutile dirlo che la prima cosa che mi è venuta da fare durante la lettura, è stata comparare questo Evol con il famosissimo (e per me bellissimo) Soil. Risultato? Non c’entrano niente. E meno male, dico io. Kaneko si stacca completamente dal suo precedente successo e decide di esplorare aree diverse e temi diversi. 3 adolescenti come protagonisti, 3 macro disagi diversi e attualissimi (autolesionismo, conflitti familiari, accettazione del sè) ma soprattutto 3 disadattati che prendono una decisione finale che spiazzerà un po’ il lettore e che darà una possibile luce futura diversa, e molto più interessante, rispetto ai fumetti eroistici più comuni. È bene chiarirlo: questo non è un fumetto di supereroi. È vero, i 3 protagonisti hanno sì dei superpoteri ma non è quello il focus dell’opera. Kaneko decide di sfruttare il grande entusiasmo che abbiamo da diversi anni attorno al tema “supereroi”, per parlarci di tematiche decisamente terrene e poco da guanti dell’universo: la corruzione della res pubblica, il vantaggio personale a dispetto dell’etica comune e la voglia anarchica di distruggere tutto ciò che lo stile di vita borghese ha imposto come standard. Il tutto presentato in chiave giapponese. C’è quindi un enorme potenziale in questa nuova opera.
Evol però non è un gran manga come primo numero, ma è comunque un buon prodotto con ottime basi per poterlo diventare. Gli elementi ci sono tutti, soprattutto quegli elementi underground che hanno reso famosa un’altra opera di Kaneko, Deatch co., come il tratto rigidamente sporco e splatter, la storia tutt’altro che popolare e i protagonisti schizofrenici che destabilizzano sempre chi li legge.
Quindi per me questo primo volume è un “sì, ne voglio ancora!”, con la consapevolezza che ci si trova di fronte a un qualcosa che potremmo ricordarci come un grande flop o una grande riconferma.
Dai Kaneko, non deludermi!
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